venerdì 22 luglio 2011

venerdì 1 luglio 2011

Interiors di W. Allen

INTERIORS (1978)
di Woody Allen
Interiors è la prima pellicola drammatica girata da Woody Allen ispirata in buona parte allo stile di Ingmar Bergman. Nelle prime inquadrature, le stanze vuote, il dramma interiore, come le immagini di natura e morte dello spirito fanno tornare in mente i temi del regista svedese. (Ma anche – e direi sopratutto-nel lungo travelling dove Renata e Flyn camminano, richiamando Alma ed Elisabeth in Persona).
Il film comincia dopo alcune inquadrature silenziose con quella del padre di Renata, Yoey e Flyn, di fronte alla finestra del suo ufficio con la schiena rivolta verso il pubblico che fa una sorta di riepilogo inatteso del film:
Un abisso si era creato sotto i nostri piedi e mi ritrovai una faccia che non riconoscevo..
Si era creato un mondo in cui ci limitavamo ad esistere, dove ognuno di noi aveva il suo posto. Come in un palazzo di ghiaggio.
Tutto si muove attorno ad Eva (Geraldine Page) un’arredatrice di interni, silenziosa ma mai così presente (se anche poco visibile) nella storia, umori, gelosie e sensi di colpa delle sue tre figlie.
Tre donne completamente differenti ma complesse.
Renata è una poetessa di successo ma sovvenzionata dalla casa editrice del padre. Da questo fatto nasce una sempre e più crescente malinconica frustrazione:
“la mia crisi è cominciata un anno fa: pensieri sulla morte, preoccupazione sulla mia precarietà. A cosa seve lo scopo creativo, che fine ha? Quale traguardo?
Sentimenti che sfogherà con le sue vittime di turno: Flyn, in primo luogo, il marito Frederick ed Eva.
Verso Flyn manifesta sempre una crescente gelosia e non fa altro di smussare i suoi sogni, figli di un graffiante segno d’idecisione. Renata sa esattamente quando infierire e proprio quando la sorella le mostra la sua continua venerazione non manca all’appuntamento . Sa che in questo mare agitato che coglie ognuna di loro forse è la più forte e cambia ripetutamente avversario. Ma ci sono attimi in cui soffre nella noia che scava dentro lei, in pensieri che disperdono nel nulla:
“Ho avuto come un’improvvisa chiara visione della vita e tutto era così atroce e predatorio. E’ come se io fossi quì e il mondo altrove: non riusciva a metterci insieme. Improvvisamente divenni cosciente del mio corpo. Mi sentivo provvisoria, una macchina funzionante e pronta a grippare in qualsiasi istante. Mi metto paura perchè sono nell’età in cui mamma ha cominciato ad avvertire segni di tensione”
Altro avversario è il suo compagno Frederick, un indeciso e a volte spocchioso scrittore che non mancherà mai di rivendicare la sua carriera professionale non frutto di sovvenzionamenti come la compgna e prorio per questo quasi del tutto inattiva. L’uomo si rifugia spesso nell’alcool e nel dissapore della creatività, ma non mancherà di ribadire la sua “normalità” verso un’ambiente artistico altezzoso.
“Non scrivo per la posterità. Divento una belva se la metà del pattume che si stampa la portano alle stelle”
Se l’avversario è il suo compagno, Renata non mancherà ad avvicinarsi a Flyn, quando confida d’improvviso i suoi problemi, disinibendosi, aprendosi alla sua solitudine. Forse capisce che l’arte non la salverà. Allora è il momento di sfoggiare una nuova forma d’egoismo. E a chi confidarlo, se non alla sorella maggiormente indecisa?
Il lungo travelling che le accompagna è indiscutibilmente una delle sequenze più belle del film, dove il vento eleva granelli di sabbia e il mare rumoreggia attorno a due donne insicure ma mai così comprensive ed esigenti l’una verso l’altra.
Fly è dunque la donna rovinata dall’indecisone perenne che la tormenta e non la fa trovare un proprio equilibrio. Adulatrice di Renata ha un cattivissimo e a tratti isterico rapporto con il compagno, un ragazzo dedito alla politica, dal quale sfugge a qualsiasi discorso che riguardi il loro futuro. E’ terrorizzata di avere un figlio perchè non ne trova un senso..
“Sfornare slogan e bambini fagocitata da uno stile di vita anonimo. Io voglio dare un senso alla mia vita” (così si rivolgerà al proprio compagno quando le chiede una risposta sul loro futuro)
Tutto si muove su queste personalità così vicine (le sorelle fin qui descritte) e diverse(Arthur -Joey)
La terza sorella è un attrice in erba che cresce lontana dal dramma della propria famiglia non scoprendo tutti quei meccanismi manifesti e celati che la metteranno a terra. Joey non cede al crollo inevitabile, perchè i suoi sogni non sono sepolti dalla negazione o dall’ira. E difatti quando muorirà Eva, sarà l’unica delle tre che piangerà quando posa i fiori sulla tomba in un sempre e più malinconico silenzio. Joey non ha il mostro dentro, come d’altra parte Arthur, che reagisce all’immobilismo di una famiglia borghese americana, cambiando la propria vita, ovvero sposandosi con una nuova donna, Pearl, presentata prima in una cena dove l’argomento principale è stato un delirante commento su un’opera teatrale alla quale risponde con la semplicità, la normalità e a tratti con la “rozzezza” di non chi non è abituata ai salotti..
Il matrimonio di Arthur e Pearl è frutto di complicità e in piccola parte di provocazione, quando in modo diretto e brutale confida alle due figlie i sentimenti che prova verso la donna , a cui lo sbigottamento e l’icredulità sono la risposta.
L’equilibrio si rompe definitivamente perchè Eva è onnipresente e complice nella vita delle due figlie. Il fumo resta nei corridoi cupi e nelle teste stese in aria. Nella prima notte di nozze passata dalla nuova coppia Eva è tra le ombre delle stanze silenziosa e Flyn prigioniera della madre sente i rumori della sua presenza pur non vedendola. Flyn le parla ugualmente come in trance:
Non dovresti essere qui.. non questa sera.. Hai l’aria così stanca, strana. Mi sembrava che fossimo sole come in un sogno. Non essere così triste. Mi fa sentire totalmente in colpa. Questo senso di colpa mi consuma.
E’ un’ironia perchè ti trovo così perfetta. In tutte quelle stanze perfettamente immobile, tutto così sotto controllo.. non c’era spazio per dei sentimenti veri tra nessuno di noi… Solo Renata che non ti ha dedicato un briciolo del suo tempo. Tu adori Renata? Tu adori il talento?”
Confessa la tua rabbia perchè non sei una donna malata. La verità che c’è stata cattiveria, un’ostinazione calcolata. Al centro di una psiche malata c’è uno spirito malato. Ma ti voglio bene e non possiamo perdonarci a vicenda…”
Eva dapprima correrà tra le onde tumultose del mare (unica colonna sonora e brano musicale del film) che la sommergeranno. Flyn, travolta nuovamente dal senso di colpa e dalla disperazione la rincorrerà, ma verrà salvata dal proprio ragazzo e da Pearl.
Tre sorella osservano ora il mare dalla finestra:
“Il mare è così calmo..” (Flyn)
“Si, c’è una maggiore pace..” (Renata)
Fine…..